Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio Verde, il test drive di UltimoGiro

di gianni puglisi Commenta

Ci sono marchi che hanno segnato per sempre la storia dell’automobilismo. Sia quello “civile”, di tutti i giorni, che quello sportivo agli albori delle corse in auto quando la Formula 1 odierna non era neppure lontanamente nei più rosei e avveniristici sogni di alcuno. Uno di questi marchi, italiano, è nato a Milano ed ha dato vita a veri movimenti di appassionati. Parliamo di Alfa Romeo.

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Il Biscione, ora in forze al gruppo FIAT, pardon, FCA dopo la fusione col colosso automobilistico statunitense Chrysler, ha rinnovato e razionalizzato la sua offerta realizzando nuove vetture dal design affascinante e orientato sopratutto ad appassionati under “anta”, con motorizzazioni per tutti i gusti, anche quelli più esigenti. E, in quanto esigenti, grazie a FCA abbiamo avuto modo di provare una di queste vetture.

Si tratta di una automobile col nome da donna che rievoca un passato tutto italiano. Un passato iniziato nel lontano 1955 è durato fino al 1985, tornato in auge nel 2010. Aggiungeteci poi un Quadrifoglio Verde, il simbolo storico delle Alfa Romeo da competizione che fece la prima comparsa come porta fortuna sulla Alfa Romeo RL di Ugo Sivocci nell’occasione della Targa Florio del 1923, e avrete la vettura della nostra prova. Avrete sicuramente capito.

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L’animo sportivo della vettura si sente al primo affondo di acceleratore. Uno scatto 0-100 Km/h in appena 6 secondi. Uno sprint che arriva dal motore 1750 cc 4 cilindri da 240 CV e 340 Nm. Non un motore qualsiasi, ma lo stesso della supercar del Biscione, la 4C.

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Non solo il motore però! I 6 secondi si ottengono anche grazie all’Alfa TCT, la trasmissione automatica con doppia frizione per una erogazione della coppia continua. Il cambio Alfa TCT include anche il Launch Control per ottenere la migliore accelerazione nelle partenze da fermi.

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Spostandosi nell’abitacolo si scopre il D.N.A. di Giulietta. Non l’acido deossiribonucleico, ma il l’Alfa D.N.A., il selettore di guida che è in grado di trasformare la Giulietta da auto da corsa, ad auto da città, ad auto adatta a fondi stradali a bassa aderenza. Basta semplicemente impostare il selettore rispettivamente su D (Dynamic, per un uso meno invasivo dell’elettronica e motore e freni più performanti), N (Natural, per avere consumi più contenuti e un’elettronica più neutra) o A (All Wheather, per un’uso più deciso dell’elettronica su fondi stradali più impervi) per intervenire sul comportamento di motore, cambio, acceleratore, sterzo, sospensioni e freni e divertirsi a guidare nello stile preferito in quel momento.

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Grinta non solo sotto il cofano, ma anche nella frizzante livrea arricchita dallo spoiler, le minigonne laterali, i doppi scarichi rombanti al posteriore e dalle pinze dei freni rosse dell’impianto frenante maggiorato Brembo ben in vista dietro i cerchi. Il tutto condito da una rivisitazione del rosso Alfa Romeo in versione più aggressiva e al contempo affascinante chiamato Rosso Competizione.

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Chiude il tutto un porta fortuna: il Quadrifoglio Verde su fondo bianco che da sempre denota l’animo sportivo Alfa Romeo.


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L’Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio Verde, vista la sua natura, non è certo un’automobile con cui scherzare. Quando si chiede alla vettura di tirar fuori tutto quel che può dare, la Giulietta va domata. Ha infatti ereditato la caratteristica delle Alfa di un tempo che erano in grado di dare soddisfazioni a patto di saperle guidare, pena il rischio di non di sentire di non saper domare la vettura. Un’adeguata gestione dell’acceleratore serve soprattutto in uscita di curva per evitare di sentir scalciare i 240 CV del motore, specie in modalità Dynamic.

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Sempre in tema eredità Alfa Romeo, giocando col l’acceleratore sembra di essere tornati ai tempi dei vecchi motori boxer a doppio carburatore. Se avete mai guidato una di quelle Alfa, ricorderete che non si trattava certo di auto parsimoniose nei consumi. Lo stesso vale per il 4 cilindri della Giulietta Quadrifoglio Verde. Preparatevi a qualche sosta in più per rabboccare il serbatoio. Per non vedere scendere a vista d’occhio la lancetta che indica lo stato del quantitativo di carburante presente nel serbatoio è necessario essere cauti nell’uso dell’acceleratore.

Meravigliosa la frenata grazie all’impianto frenante maggiorato Brembo. Non si avranno mai sorprese anche passando da alte velocità a improvvise, nette e importanti frenate. La sensazione che si prova col piede sul pedale del freno è quella di essere un tutt’uno con la vettura. Preciso lo sterzo alle alte velocità, restituisce bene le sensazioni trasmesse dalla strada così da avere sempre la massima sensibilità nella guida. L’angolo di sterzata, poi, rende la Giulietta adatta anche alla guida in città.

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Restando all’interno della Giulietta Quadrifoglio Verde, abbiamo apprezzato la comodità della vettura. Sebbene non si tratti di una lunga berlina, la gestione degli spazi è arguta sfruttando ogni centimetro cubo al meglio per garantire agli ospiti tutti, anche quando si è in cinque a bordo, un più che dignitoso ambiente di viaggio. Non mancano poi le possibilità di rendere più comodo il viaggio sulla Giulietta. Si può optare per i vetri posteriori oscurati, per un comodo bracciolo porta oggetti tra i sedili in prima in linea (che sembra fatto proprio per contenere tra le altre cose i nuovi iPhone 6 e 6 Plus), sedili anteriori riscaldati e regolabili elettricamente, selleria in morbida pelle, climatizzatore bizona, tetto panoramico e apribile, radio con qualità DAB, impianto Hi-Fi Bose con 9 diffusori e subwoofer ed altro ancora.

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Da non dimenticare, comunque, anche l’aspetto bagagliaio che permette di trasportare tre o quattro trolley di medie dimensioni per andare in vacanza.

Tra gli optional, poi, abbiamo apprezzato notevolmente la scelta di dotare la Giulietta di un ampio display touchscreen per gestire l’infotainment. Vetture ben più grandi e costose sfruttano ancora scomodi tasti o rotelle per radio, connettività bluetooth e navigatore. Quest’ultimo però, ci ha fatto un po’ penare. Piuttosto frustrante scoprire che esce dalla fabbrica dove la vettura è assemblata con mappe non aggiornate.

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Quindi preparatevi a trovarvi, magari in autostrada a velocità da codice, e leggere che la strada non esiste. Un esempio su tutti? La recente (ma non più di tanto) BreBeMi. Certo, una cosa che non ci si aspetterebbe da una vettura che sfiora i 43.000 euro (questo il prezzo della versione provata considerando anche l’ampia dotazione di optional).

Infine, tre le delusioni che ci ha dato la Giulietta. La prima riguarda il cruise control. Non è quel che si dice reattivo nell’impostare la velocità e non sempre preciso al singolo Km/h. La seconda ce l’ha data il display del quadro comandi dietro il volante; davvero una nota stonata in una vettura del genere. Informazioni proposte usando pixel così grandi che ricorda gli anni ’80 e ’90. Un vero controsenso considerando le recenti tecnologie presenti nella vettura come il touchscreen o tutta l’elettronica per la gestione del D.N.A.. L’ultima, la terza: aver dovuto restituire la vettura al Gruppo FCA, che ringraziamo per la prova, riportando la vettura al cortese e disponibile personale del Motor Village Milano, punto di riferimento nel capoluogo meneghino per i marchi FIAT, Jeep, Lancia, Abarth e, ovviamente, Alfa Romeo.

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