Citroën C4 Cactus, test drive dai consumi bassissimi

di gianni puglisi Commenta

La prima volta che l’abbiamo vista era il 2013. Il giorno dalla sua presentazione in veste di concept car al salone di Francoforte. A quasi due anni di distanza, dopo i tempi per la produzione, il lancio e la messa in vendita, ecco che abbiamo finalmente messo le mani sul volante della Citroën C4 Cactus.

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Si tratta di una delle vetture più chiacchierate del momento e che divide anche gli appassionati. Perché è un’automobile che finalmente rompe gli schemi del panorama automobilistico con un design unico, forse a tratti eccentrico, ma, sicuramente, inconfondibile su ogni strada e in ogni situazione di guida!

Grazie a Citroën Italia abbiamo potuto provare una C4 Cactus color Deep Purple. E già da qui si capisce il vero stile della nuova nata della casa francese. Non monotoni colori visti e rivisti, triti e ritriti come squallide tonalità di nero, di grigio, di blu o di rosso, ma colori pastello e metallizzati pronti a portare un po’ di brio sulle strade. Perché Citroën ha voluto giocare con il design a tutto tondo quando ha pensato alla C4 Cactus. L’altro elemento che subito salta agli occhi appena si vede una C4 Cactus sono gli Airbump, le protezioni dai piccoli urti che campeggiano sulle fiancate della vettura. Il loro design ricorda quello dei ben più noti Pavesini e, vedendoli, un sorriso nasce quasi spontaneo. Completano l'”effetto design” un muso arrotondato, gruppi ottici con led diurni che rendono la C4 Cactus inequivocabilmente unica anche di notte, barre arcuate sul tetto e cerchi in lega che ricordano quelli di alcune macchinine anni ’80 con cui si giocava da bambini.

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E si torna bambini anche una volta entrati nella Citroën C4 Cactus. Il primo impatto è quello di una vettura del futuro con un tocco retrò. Il design dei sedili, le morbide maniglie in pelle che ricordano il manico una ventiquattrore, lo stile della plancia, l’assenza di pulsanti, levette e manopole in favore di un unico, grande touch screen e un tetto in vetro panoramico ad alta protezione termica che offre così una visuale a tutto tondo ricordano il veicolo dei Jetsons (aka i Pronipoti), l’indimenticabile cartone animato di Hanna e Barbera. Contribuiscono all’effetto anche i vetri posteriori a compasso che, dobbiamo dirlo, si sarebbero però potuti evitare in favore di ben più comodi alza cristalli elettrici posteriori.

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Quella dei vetri a compasso è una di quelle piccole pecche che la C4 Cactus ha e che hanno notato, non apprezzandola, anche i passeggeri che abbiamo fatto accomodare in seconda fila nella vettura. Quello che hanno riscontrato i passeggeri è stata però anche una più che adeguata comodità e gestione degli spazi; cosa che fa certo comodo specie durante i luoghi tragitti. Dobbiamo però far notare che, nel caso in cui conducete e passeggero seduti al suo fianco siano più alti di 175 cm, passeggeri di circa 180 cm (quelli con cui abbiamo effettuato il test) sul sedile posteriore potrebbero iniziare ad avvertire qualche fastidio. Inoltre, restando in seconda linea, sebbene il bagagliaio sia piuttosto spazioso per il tipo di vettura, l’assenza di un sedile posteriore di tipo 1/3-2/3 non permette di sfruttare al meglio lo spazio di carico nell’abitacolo. Tornando ai lunghi tragitti, ecco che qui scopriamo la vera essenza e magia di questa vettura.

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La Citroën C4 Cactus della nostra prova era motorizzata con un diesel BlueHDi da 100 cavalli ed equipaggiata, come tutte le C4 Cactus, con un serbatoio da 45 litri. Con consumi dichiarati di 3,1 litri/100 Km su ciclo extraurbano, la C4 Cactus dovrebbe percorre oltre 1450 Km con un pieno. Sappiamo bene, però, sulla base di quali test assurdi e lontani dalle condizioni reali della vita quotidiana tutte le case automobilistiche forniscano i dati dei consumi. Così abbiamo voluto sperimentare quanto i dati dichiarati si discostassero dalla realtà e abbiamo scoperto che il vero punto di forza della C4 Cactus sono effettivamente i consumi. Con il motore indicato, con conducente e un passeggero, più un bagaglio grande e uno piccolo, abbiamo percorso poco più di 1500 Km (la maggior parte dei quali su ciclo extraurbano) con circa 52 litri di carburante (cioè un pieno più un altro sesto di serbatoio). Finalmente una vettura che mantiene (o quasi) quel che promette in termini di consumi. Dobbiamo però dire che il BlueHDi da 100 cavalli non è il motore più frizzante che abbiamo mai provato su una Citroën (specie in salita). Anzi. Sempre in tema di motore, abbiamo anche riscontrato qualche “singhiozzo” della vettura mentre percorrevamo un tratto di strada in discesa con impostata la velocità di crociera (inferiore a quella che la vettura avrebbe raggiunto in discesa). Nulla di eccessivamente fastidioso, però.

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Durante il nostro test drive, avvenuto tra maggio e giugno, abbiamo attraversato tre nazioni incontrando condizioni climatiche diverse. Abbiamo così potuto valutare pregi e difetti di un quadro comandi unico dove, fatta eccezione per alcuni “duplicati” sul volante, tutto è concentrato un unico touch screen. Durante la nostra prova abbiamo usato, ad esempio, navigatore integrato, radio e aria condizionata. Davvero comodo avere tutto subito a portata di mano nello stesso punto (un punto, tra l’altro, alto che non fa spostare di molto gli occhi dalla strada). Cosa succede, però, se contemporaneamente gli ospiti dell’abitacolo vogliono usare due o più degli strumenti fruibili dal touch screen? Se il passeggero, ad esempio, desidera cambiare stazione radio è portato a premere l’apposita icona che, così, fa sparire la visuale del navigatore. Cosa che in momenti particolari può creare problemi al conducente con conseguenti errori mentre si seguono le indicazioni. Se però questo problema può essere risolto chiedendo al conducente di usare i comandi al volante (identici in tutto e per tutto a quelli presenti ormai da una decade sulla C4) lo stesso non è possibile in caso in cui si senta il bisogno di cambiare la temperatura dell’aria condizionata all’interno del veicolo. Si perde la visuale del navigatore ed ecco che l’imboccatura della strada errata può essere dietro l’angolo se il comando viene dato proprio nel momento sbagliato. Visto che abbiamo parlato di aria condizionata, aggiungiamo poi, che i bocchettoni non sono simmetrici e manca, addirittura, quello sul lato destro del passeggero. Una strana scelta di design. Del resto però siamo su una C4 Cactus che fa del design unico uno dei suoi punti di forza (e debolezza secondo alcuni).


L’uso dell’aria condizionata è stato dovuto, in certi casi, all’eccessivo caldo del periodo e del luogo del test drive di cui potete rivivere alcuni momenti sul nostro canale twitter, @ultimogiroblog. Al caldo che provavamo non ha sicuramente contribuito l’ampio tetto panoramico oscurato. Appena saliti sulla Citroën C4 Cactus abbiamo notato l’impossibilità di chiuderlo e, non lo nascondiamo, abbiamo subito pensato che avrebbe creato non poco fastidio durante calde e assolate giornate. La verità, invece, è che l’isolamento del tetto panoramico è eccellente potendo così sempre godere del panorama senza subire i caldi e scottanti raggi del sole del periodo di fine primavera in cui abbiamo svolto la prova.

La primavera, però, si sa, è nota anche per essere una stagione dal tempo piuttosto variabile. Così abbiamo sperimentato la il comportamento della C4 Cactus anche con la pioggia. Buona l’aderenza e la guidabilità in condizioni di bagnato. È stata però la pioggia a farci notare qualcosa che ci era sfuggito. Citroën ha cercato di alleggerire la vettura il più possibile e per questo ne risente un po’ l’insonorizzazione. Il rumore della pioggia, se battente, tende ad essere fastidioso e il rumore del motore diesel, troppo accentuato a freddo, tende anch’esso ad essere un po’ troppo avvertibile anche durante i lunghi tragitti.

Tornando alla tenuta su strada della vettura, non abbiamo riscontrato alcun problema. Buona anche la frenata sebbene ci saremmo aspettati una maggiore reattività e forza dell’impianto aiutato indirettamente da vettura leggera. Per le dimensioni, poi, la Citroën C4 Cactus si pone come soluzione a chi cerca un’automobile per la città, quindi non ingombrante, con gli spazi interni e di carico di una vettura certamente non utilitaria.

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Tirando le fila, la C4 Cactus deve piacere. Divide i gusti degli utenti. C’è a chi piace e a chi proprio non piace. Questo per il suo design che, però, la rende unica e inconfondibile al contrario di altre vetture che occhi dei profani scambiano per l’uno o per l’altro modello di varie case automobilistiche. Quella attualmente in commercio e sulle nostre strade è il primo modello di C4 Cactus e sicuramente la casa francese apporterà migliorie e correzioni sulla prossima versione così da provare a conquistare anche chi, al momento, non è stato conquistato dalla C4 Cactus. Citroën, con questa vettura, è però riuscita ad avere un grande ritorno in fatto di comunicazione. Ovviamente un prodotto non piacere a tutti, così come magari avviene con la C4 Cactus per il suo design, ma tutti sicuramente la riconoscono e ne parlano. Come si suol dire: “nel bene e nel male, purché se ne parli!”

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Concludiamo con il prezzo. Per il tipo di vettura (in funzione delle dimensioni soprattutto) estremamente aggressivo. Nel momento in cui scriviamo, la C4 Cactus ha un prezzo di 13.600 euro per l’allestimento entry level. Il nostro consiglio? Quello di sempre! Una prova vale più di mille parole. Recatevi presso una concessionaria Citroën e provate la C4 Cactus. Oppure, per ottimizzare i tempi, prenotate un test drive sul sito Citroën. Potrebbe essere l’occasione per conoscere meglio questa vettura e, chissà, apprezzarla se non vi aveva colpiti.

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