Maybach chiuderà nel 2013: addio alle limousine tedesche

di Redazione 2

È definitivo. È ufficiale. La casa automobilistica Maybach chiuderà: l’esistenza (incerta) del marchio teutonico, resuscitato da Mercedes nel 2002, si fermerà all’inizio del 2013. Uno degli ultimi baluardi del lusso automobilistico tedesco (quello più sfrenato, più ostentato) dice addio al mercato, perché non ha saputo raggiungere volumi di produzione e di profitto accettabili: lo dice Autocar, da qualche ora.

Tutte le soluzioni prospettate durante gli ultimi mesi non hanno trovato concretezza e sono state scartate, in favore di una più netta scelta: chiudere il sipario sulla casa automobilistica (di nuovo), nata nel 1909 (la prima vettura fu prodotta, però, nel 1921). Ecco cosa succederà a Maybach: sino al 2013, ai primi giorni dell’anno, le berline 57 e 62 (identificate dalla lunghezza della carrozzeria: 57=573 centimetri, 62=617 centimetri) saranno commercializzate, per poi essere solo idealmente sostituite dalla quinta e nuova generazione di Mercedes Classe S (l’ammiraglia di segmento F Premium della casa automobilistica della Stella a Tre Punte). La nuova berlina di lusso di Stoccarda, infatti, sarà commercializzata anche in una versione extra-lunga e super lussuosa, indicata dalla denominazione Mercedes S600 Pullman, che erediterà (in parte) la raffinatezza e l’esclusività dei modelli Maybach. A nulla sono servite le proposte di cooperare con Aston Martin per la realizzazione di nuove vetture Maybach (una nuova limousine sarebbe dovuta arrivare nel 2014) o quella di far diventare Maybach un sub-brand di Mercedes (l’idea era di usare Maybach come “allestimento” speciale ed esclusivo per le più pregiate vetture del listino della Stella a Tre Punte).

L’energia che Daimler sino ad oggi ha usato per concepire e far rivivere la gamma Maybach verrà ora sfruttata solo ed esclusivamente per Mercedes. Il predominio nel segmento delle berline di super-lusso, dunque, viene così lasciato nelle mani di costruttori britannici: Bentley e Rolls-Royce.

A tagliare la testa all’azienda è dunque qualche percentuale negativa o poco soddisfacente, che non ha giustificato l’investimento di Mercedes e Daimler per riportare in vita il costruttore: siamo rammaricati, come sempre accade quando un pezzo del mondo delle automobili è costretto ad uscire di scena. E ci rendiamo conto di non poter far nulla contro le spietatissime leggi del mercato.

Buon viaggio, Maybach.

Photo credits | Getty Images

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