Trulli accusa i piccoli team d’improvvisare troppo

di gianni puglisi Commenta

Trulli e la Ferrari sono le “attrazioni” di punta di questo Motor Show di Bologna. L’ex pilota abruzzese torna in primo piano dopo aver investito soldi ed energie nella Formula E di cui vuole dare qualche bella dimostrazione. Ma non lesina delle opinioni riguardo quello che sta succedendo nel Circus dove i piccoli team sono in rivolta. Cosa è successo nel finale della stagione automobilistica? Si è scoperto che i piccoli team sono in crisi e non riescono a stare dietro a tutti i paletti imposti dal Circus. Ci sono squadre in crisi nera come la Catheram e la Marussia. Quest’ultima ha perfino dato all’asta la sua strumentazione per pagarsi i debiti. 

Ecclestone ha detto che se non hanno i soldi queste squadre non dovrebbero nemmeno tentare l’iscrizione al Circus che si sa è faticoso anche dal punto di vista economico e finanziario. Poi stimolato dalle proteste più modeste ed eleganti di altri piccoli team, il patron della Formula 1 ha detto che comunque sarà il caso di risolvere il problema della distribuzione dei fondi alle squadre.

Di fatto, perdere i piccoli team è provvidenziale e necessario anche se poi a livello di spettacolo ne perde tutta la formula 1 e anche lo spettacolo televisivo ne risulterebbe compromesso adesso che si fanno i conti con un calo di ascolti. E arriviamo allora alla dichiarazione di Trulli che non è tenero con le squadre che rischiano di finire nella SuperGP2 accusandole di improvvisare troppo la loro presenza nella Formula 1. Ecco domanda e risposta fornite in un’intervista durante il Motor Show.

Recentemente hai definito queste piccole squadre come dei costosi autonoleggi: come vedi la situazione di questi team che sembrano spesso improvvisati?

“Improvvisati è forse l’aggettivo adatto. Purtroppo, aveva ragione Bernie Ecclestone quando diceva che alcune squadre erano disorganizzate e facevano fatica a stare in pista. Questi team non danno niente alla Formula Uno. Fungono solamente da apripistaper giovani piloti, spesso senza meriti sportivi, che hanno però tanti soldi a disposizione. Questo danneggia fortemente l’immagine della Formula 1″.

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