Ford taglia le sue emissioni del 22%

di Redazione Commenta

Se dalle nostre parti ancora il mercato delle auto ecologiche non ha preso molto piede, in America sta cominciando a decollare.

ford taglia emissioni

Come se volesse dare il buon esempio, la Ford è stata negli ultimi anni una delle case più impegnate in questo ruolo di costruttore di auto green, ed oggi ha ufficializzato il risultato dei suoi sforzi.  Stando ai dati completi del 2011 le emissioni di tutti i suoi stabilimenti mondiali sono scese, rispetto alla media precedente, del 22%. Questo numero si riferisce a quanto inquinamento viene prodotto per ogni auto costruita. Nel 2006 ad esempio per ogni auto si emettevano 3576 kwh, oggi 2778.

ford ecoboostAUTO ECOLOGICHE – Questo obiettivo è stato aiutato più che altro dal fatto che, rispetto al passato, si sono realizzate delle auto più piccole, come la Ford Fiesta, o con tecnologie all’avanguardia e dunque più pulite come l’ultima Focus Ecoboost. Lo sforzo è importante perché ricordiamo che in America, a differenza dell’Europa, non ci sono limiti alle emissioni né in fase di produzione né di guida che limitano il mercato delle auto. Dunque lo sforzo di Ford serve come invito alle altre case automobilistiche a creare mezzi più puliti con procedimenti industriali altrettanto sostenibili.

Ma l’impegno verso l’ambiente della Ford non si ferma qui, visto che ha intenzione di tagliare il consumo dei suoi stabilimenti fino al 25% entro il 2016, e continuare anche negli anni successivi questa politica ambientalista. Vista da un altro punto di vista la prospettiva cambia, ma la conclusione resta la stessa. Se un produttore non si interessa ai problemi ambientali ed ha come unico scopo il profitto, la Ford lascia intedere inoltre che l’aver tagliato i consumi (e di conseguenza l’inquinamento) nella produzione di auto ha comportato anche un risparmio in termini di costi energetici. E se la prima motivazione non era sufficiente per le altre case automobilistiche per ridurre il proprio inquinamento, magari questa lo è.

Photo Credits | Getty Images

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