Fiat, le reazioni dopo le decisioni su Fabbrica Italia

di gianni puglisi Commenta

Ci sono state molte critiche riguardanti la comunicazione del gruppo Fiat sulle modifiche al piano di Fabbrica Italia.

fiat modifiche progetto fabbrica italia
Al giorno d’oggi, nel momento in cui l’intero paese sta attraversando un periodo particolarmente difficile per via dell’attuale congiuntura economica negativa, la scelta del marchio Fiat di andare ad apportare dei cambiamenti alla propria proposta per realizzare delle vetture in Italia ha lasciato un gran numero di strascichi.
Si tratta di un progetto che è stato modificato per via di consumi piuttosto ridotti e per un costo del lavoro particolarmente elevato, che ha portato il marchio di Torino a comunicare questo annuncio: tale variazione, però, non ha certamente lasciato indifferente l’opinione pubblica, ma anche l’industria e la politica.

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LE RICHIESTE DEL GOVERNO

Ovviamente sono arrivate anche le richieste del governo: il primo è stato il ministro dello Sviluppo Economico, Passera, mentre il secondo è stato il ministro del lavoro, ovvero Fornero.
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Senza ombra di dubbio, le reazioni più forti e pesanti sono quelle dei sindacati, affiancati dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che, nonostante abbia avuto modo di ribadire la fiducia nel gruppo Fiat, augurandosi che ci siano dei nuovi investimenti nel nostro paese.
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Angeletti, invece, segretario generale della UIL, ha messo un veto di fronte alle motivazioni che sono state rilasciate dal gruppo Fiat, sostenendo che, nonostante la crisi, non ci sarebbero in ogni caso le condizioni per provocare una riduzione nella produzione.

DUBBI ANCHE DA BONANNI

Anche Bonanni, il segretario della CISL, ha deciso di interpellare direttamente l’amministratore delegato del gruppo Fiat, Marchionne, domandandosi se le modifiche apportate al progetto Fabbrica Italia siano esclusivamente condizionate dai fattori di mercato, oppure anche nel momento in cui la crisi volgerà al termine le riduzioni di produzione verranno confermate.
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Le scelte economiche di Sergio Marchionne non sono passate inosservate neanche ad Enrico Letta, che non ne capisce il senso, mentre Sacconi, ex ministro del Welfare ha voluto contrariamente sottolineare quanto di buono compiuto da Marchionne fino ad oggi.

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