Sergio Marchionne (Fiat) a Palazzo Chigi: svelati i piani futuri del Lingotto

di Redazione 1

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E’ stato un dibattito sereno e interessante, nel corso del quale le parti hanno ascoltato e si sono confrontate l’un l’altra. Mattatore della giornata è stato Sergio Marchionne, Amministratore delegato Fiat, giunto a Palazzo Chigi per l’incontro con Sindacati e Regioni.

L’artefice della fusione Fiat-Chrysler nonchè l’uomo che allo stato attuale meglio rappresenta il gruppo del Lingotto ha immediatamente ricevuto un riconoscimento verbale dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale non ha perso tempo nel definirlo:

“Il signor Fiat, il principale referente di un’operazione importantissima che cambierà le abitudini degli americani sul fronte delle auto ecologiche”.

Alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e ai ministri del Welfare, Maurizio Sacconi, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, Marchionne non ha faticato ad illustrare gli sviluppi prossimi della Fiat, garantendo che il marchio e le priorità saranno sempre indirizzate, in primo luogo, sulla penisola.

Non solo, messi sul piatto anche gli obiettivi strategici e strutturali del gruppo. Sopra ogni cosa, per sopravvivere alla crisi, razionalizzazione.

“Un corretto equilibrio  aziendale, che tenga conto di risorse e possibilità, occorre per contrastare una sovracapacità produttiva cronica di fronte alla grave crisi del settore auto. Fiat intende mantenere produzioni industriali, ma non automobilistiche. La Fiat non si può immaginare senza forti radici italiane. E’ un pezzo importante della storia dell’Italia, vogliamo che sia un pezzo importante del suo futuro: se ognuno si assumerà la propria parte di responsabilità e impegno questo sarà possibile evitando conseguenze dolorose. Ritengo che sia una sfida alla nostra portata. Le regolamentazioni europee? Troppe norme, gli oneri per le imprese sono di circa 45 miliardi l’anno. Bisognerebbe sospenderle”.

Termini Imerese e Pomigliano d’Arco saranno le due città italiane nelle quali si cambierà tipo di produzione (dal 2011), per gli altri stabilimenti tutto resta invariato. Soddisfatto il segretario generale di Cgil Guglielmo Epifani che ha espresso il gradimento del sindacato rispetto all’accordo con Chrysler pur mostrando più di una preoccupazione rispetto alla situazione di Termini Imerese.

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