La Ferrari sta attraversando un periodo molto impegnativo e complicato nella sua storia in Formula 1, poiché gli obiettivi strategici del team e quelli chiari per il resto del campionato 2025 non sono ancora del tutto definiti o chiariti pubblicamente. Nel frattempo, tutti a Maranello sono completamente assorbiti dallo sviluppo e dalla pianificazione del nuovo progetto 678, che rappresenta l’attesissima monoposto di Formula 1 2026 e un passo fondamentale verso la prossima era di questo sport.

Cosa sappiamo sulle voci riguardanti Horner alla Ferrari
In questo contesto, hanno iniziato a circolare voci secondo cui l’ex team principal della Red Bull Racing, Christian Horner, potrebbe essere coinvolto come soluzione immediata alle attuali difficoltà del team. Ciò ha naturalmente generato un’ondata di speculazioni tra tifosi, giornalisti e addetti ai lavori, sollevando la questione se tali voci debbano essere prese sul serio o se stiano semplicemente creando inutili turbolenze all’interno della comunità Ferrari.
John Elkann, presidente della Ferrari e figura chiave nella direzione strategica dell’azienda, ha ripetutamente sottolineato di essere personalmente impegnato nel ritorno della squadra alla vittoria in Formula 1. Il significativo calo del valore delle azioni Ferrari a Wall Street giovedì scorso non deve essere interpretato come una reazione negativa all’impegno di Elkann.
Il presidente ha spiegato che il suo impegno è stato preso pensando ai fedeli tifosi della squadra, coloro che hanno atteso pazientemente di vedere la Ferrari ritrovare il suo vantaggio competitivo in Formula 1, simile ai notevoli successi che la Scuderia ha ottenuto nel mondo delle corse endurance. Ha sottolineato con orgoglio i recenti successi, in particolare le vittorie a Le Mans, sottolineando che la Ferrari si è aggiudicata il prestigioso trofeo per tre volte consecutive, rafforzando la reputazione globale dell’azienda per l’eccellenza nel motorsport.
Nell’ultimo decennio, il marchio di Maranello si è evoluto in una “macchina da soldi” altamente redditizia e riconosciuta a livello internazionale nel mercato globale del lusso. Le supercar Ferrari hanno costantemente registrato vendite record, ma l’azienda è ben consapevole che i margini di crescita sono limitati e non possono sostenere un’espansione infinita.
Al suo ultimo Capital Markets Day, Ferrari ha presentato un piano di crescita più misurato e graduale, segnalando cautela in termini di volumi di produzione. Questo approccio è stato progettato per bilanciare l’ambizione dell’azienda di mantenere la propria esclusività, evitando al contempo un’espansione eccessiva che potrebbe minacciare il posizionamento di fascia alta del marchio e la sua sostenibilità a lungo termine.
Nonostante l’introduzione del primo veicolo elettrico Ferrari, commercializzato come un’aggiunta alla gamma dell’azienda piuttosto che come una transizione forzata in risposta alle più ampie pressioni del mercato, John Elkann ha dovuto gestire un momento eccezionalmente delicato nella storia aziendale e sportiva del team.
Ciò è stato particolarmente evidente quando l’azienda ha subito un calo di quasi il 16% a Wall Street: una battuta d’arresto significativa, ma non del tutto imprevista dall’Amministratore Delegato di Ferrari, Benedetto Vigna . In sostanza, Elkann e Vigna hanno dimostrato coraggio e lungimiranza strategica nell’affrontare questo periodo volatile, sottolineando il loro impegno a mantenere la visione a lungo termine di Ferrari piuttosto che reagire impulsivamente alle fluttuazioni del mercato a breve termine.
In questo clima di incertezza e di crescente attenzione mediatica, la notizia che ha messo in ombra sia gli obiettivi di produzione che quelli finanziari a lungo termine è stata la presunta presa di contatto con Christian Horner per un potenziale ruolo di leadership all’interno della divisione Motorsport Management della Ferrari. La notizia, inizialmente pubblicata dal quotidiano tedesco F1-Insider, ha rapidamente fatto il giro del mondo, catturando l’attenzione di appassionati e giornalisti. Tuttavia, è diventato subito chiaro che la voce non era stata verificata e che la credibilità di questa cosiddetta “bomba” rimaneva altamente discutibile.