Mercato auto, il 2013 comincia malissimo

di gianni puglisi Commenta

Durante l’ultimo mese di gennaio, appena terminato, il mercato auto non può certamente esultare: infatti, è stato registrato il diciottesimo calo a due cifre nel corso degli ultimi due anni. Una situazione che non può assolutamente lasciare tranquilli, ma che deve far riflettere sopratutto gli operatori di mercato: le immatricolazioni, a gennaio 2013, sono arrivate fino ad un saldo negativo pari al 17,6 punti percentuali, con una quota di vetture immatricolate pari solamente a 113525.

mercato auto immatricolazioni gennaio 2013
In questo mese di gennaio, quindi, il mercato auto è riuscito a fare ancora peggio rispetto allo stesso mese di un anno fa, in cui invece si era registrata una flessione pari al 16,6%.

mercato auto immatricolazioni gennaio 2013

L’OPINIONE DI BOUSQUET

Il mercato auto, d’altronde, non poteva registrare un inizio differente, anche per via dell’assenza di qualsiasi tipo di intervento che avesse l’obiettivo di rendere più leggera l’elevatissima pressione fiscale presente sulle famiglie e sulle imprese: è questa l’opinione di Jacques Bousquet, il presidente dell’UNRAE, ovvero l’Associazione delle Case automobilistiche estere presenti sul territorio italiano.
Sempre Bousquet evidenzia come, nel caso in cui si prenda in considerazione gennaio come il mese che rappresenta storicamente il 10% dell’immatricolato dell’intero anno, traendo una previsione da questo mese di gennaio 2013, si arriverebbe ad un risultato a dir poco catastrofico.

POCA ATTENZIONE ALLA FILIERA AUTOMOTIVE

Bousquet ha voluto anche sottolineare come nessuno dei politici che si stanno sfidando in campagna elettorale ha voluto spostare l’attenzione su uno stabilimento che era in grado di garantire il lavoro a ben 1.200.000 persone e che contribuiva ad un gettito fiscale intorno al 16,6% della quota complessiva e che rappresentava l’11,4% del PIL.
Inoltre, sempre secondo il pensiero del presidente dell’UNRAE, nessun politico ha posto la sua attenzione sulla crisi occupazionale che sta colpendo la filiera automotive, con diecimila nuovi disoccupati senza supporti previdenziali e circa 350 imprese che hanno dovuto chiudere i battenti nel 2012.

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