Auto elettriche, il Senato agevola la rete di colonnine di ricarica

di Redazione 1

L’annosa questione del problema della ricarica delle auto elettriche è vicina alla risoluzione.

Ieri in Senato è stato approvato il disegno di legge che permette di effettuare un importante passo in avanti verso la diffusione di una rete nazionale di colonnine di ricarica che possa evitare che le auto elettriche rimangano a secco, avendo un’autonomia spesso molto limitata.

Secondo la nuova legge, dovrà instaurarsi una sinergia tra le società distributrici delle auto ed i Comuni (ma anche Province e Regioni), con le prime che saranno incentivate dallo Stato ad installare le colonnine di ricarica ed i secondi che dovranno prevedere nei loro piani urbani di mobilità alla loro allocazione, esattamente come avviene oggi per i distributori di benzina.

I NUMERI – A disciplinare tutto sarà l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas che deciderà anche il tariffario. Secondo questo piano sarà anche possibile installare delle colonnine nei parcheggi. Infatti uno dei punti deboli delle auto elettriche è che per ricaricare al 100% la batteria c’è bisogno di diverse ore. Per questo installando le colonnine nel parcheggio un automobilista può agganciare l’auto quando arriva al lavoro in modo da trovarla carica alla fine della giornata.

Oggi su tutto il territorio nazionale ci sono circa 500 stazioni di ricarica (dati Enel) per poche centinaia di veicoli elettrici. Nel 2011 ne sono stati immatricolati 300, ma si spera che questo numero possa aumentare a diverse decine di migliaia nel giro di pochi anni, fino ad arrivare ai 2 milioni nel 2020. Per far ciò l’obiettivo è di arrivare a 300 mila impianti sparsi su tutto il territorio nazionale.

La modalità di ricarica inoltre potrebbe non essere uguale a quella della benzina. Si sta studiando infatti un metodo innovativo da basare su una tessera magnetica che, riconoscendo automaticamente il proprietario, addebiterebbe il costo della ricarica sulla bolletta elettrica domestica a lui intestata.

[Fonte: il Sole 24 Ore]

Photo Credits | Getty Images

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