Red Bull sportiva o avversaria di Webber?

di gianni puglisi Commenta


A San Paolo la Red Bull ha ottenuto il suo primo titolo da costruttore, un titolo meritatamente conquistato grazie alla creazione della macchina più forte, in grado di vincere in qualsiasi circuito che quest’anno si sia disputato, ma questa domenica abbiamo assistito ad un evento che dietro a se lascia un dubbio fortissimo che nessun fan di questo bellissimo sport potrà mai svelare.

La Red Bull ha evidenziato il suo comportamento sportivo lasciando correre i suoi piloti liberamente? Non aver fatto vincere Webber e quindi avergli negato di accorciare il gap da Alonso è stato frutto di un atteggiamento del tutto sportivo, oppure il team rivale all’australiano si accontenta del singolo successo del tedesco?

Se la prima opzione è valida allora Fernando Alonso deve obbligatoriamente vincere il suo terzo titolo con un vantaggio che superi i 7 punti, perché lo schiaffo inflitto in Brasile fa male alla Ferrari. Se così fosse ci ritroviamo davanti una squadra dove la priorità sulle corse sono la competitività stessa dei rispettivi piloti, senza l’ausilio di ordini di squadra, atteggiamento del tutto diverso all’interno del team di Maranello.

Questo è un comportamento degno della più grande ammirazione verso il team austriaco, perché l’evoluzione della Formula 1 ha portato le squadre a vivere lo sport come un business con la relativa conseguenza della selezione del pilota più forte, di colui in sostanza che può portare più facilmente la squadra alla vittoria.

Ma è giusto porsi una questione. Se Vettel fosse stato al posto di Webber nella classifica piloti avremmo assistito a gli stessi trattamenti? Difficilmente Christian Horner avrebbe concesso a Webber


di intralciare Sebastian Vettel, quando lo stesso durante il Gran Premio in Corea ha indicato l’australiano prossimo al pensionamento, ribadendo il futuro impegno della squadra nel costruire una macchina attorno al suo pupillo tedesco di Kerpen .

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