Bugatti, la berlina di lusso su base Audi A8 nel 2013/2014

di Redazione Commenta

Calma, calma: si vada un po’ con ordine. Non la si vedrà sino al 2014, almeno pare, cioè sino a quando la casa automobilistica francese Bugatti, che fa parte del conglomerato di aziende del Gruppo Volkswagen di Wolfsburg, non darà il via alla commercializzazione d’elite della vettura e alla produzione strettamente risicata. Si tratta di una nuova berlina di lusso, di grandi dimensioni e di fasto senza limiti, che il costruttore di Molsheim metterà al mondo da qui a tre anni: la concept car Bugatti 16C Galibier, dunque, avrà un’erede. Sebbene con qualche mutamento.

La nuova berlina Bugatti, che non siamo davvero certi mantenga, nel futuro, la stessa denominazione sopra citata, sarà realizzata sulla piattaforma MLB di Audi A8 (l’attuale generazione, codificata con la sigla D4), che dà i natali anche alla coupé a quattro porte Audi A7, all’odierna generazione di Audi A4, alla famiglia Audi A5, al SUV Audi Q5, alla nuova generazione di Audi A6 e alla nuova Bentley Continental GT restyling. In sostanza, la stessa politica di condivisione e di economia di scala che è prassi tipica, recentemente, della società tedesca. Rispetto alla concept car Bugatti 16C Galibier, inoltre, la nuova berlina di lusso dovrebbe perdere una parte delle doti di performance.

Ad esempio, il motore di questa nuova tre volumi fastosa potrebbe essere ridotto in dimensioni e numero di cilindri e la stessa dose di cavalli potrebbe essere limata, dagli ottocento del prototipo, presentato al Salone di Francoforte 2009. Questo a causa delle sempre maggiormente rigide norme anti-inquinamento, che costringono a mettere argini a consumi di carburante e ad emissioni di anidride carbonica. La produzione della nuova berlina Bugatti sarà limitata a poche centinaia di esemplari, ad un prezzo che supererà le possibilità dei comuni mortali: nonostante l’ingentilimento del carattere della gamma Bugatti (si passa da una fastback ad una quattro porte per un target leggermente differente), l’anima resta quella irraggiungibile, di nicchia, abbracciata a valori poco quotidiani.

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