F1 2010: Yeongam, Corea. Gp a rischio?

di Redazione Commenta

Ci mancava soltanto la possibilità che un gran premio non venisse disputato. La Fia da qualche anno a questa parte ha deciso di orientare i suoi orizzonti verso mercati più prolifici (India, Cina, Emirati Arabi, etc…) tralasciando il piccolo fatto che questi paesi a livello di infrastrutture motoristiche non siano poi così avanzati. Ecco quindi i nuovi circuti creati dal nulla, come Kuala Lumpur, Sakhir e Yas Marina, e quelli quasi pronti al debutto.

Meglio sottolineare il “quasi” in questo caso. La novità 2010 del circus si chiama Yaongam, è in Corea, e dovrebbe vedere la luce il prossimo 24 Ottobre, con il suo debutto ufficiale nel calendario di Formula 1. Il problema è però nell’avanzamento dei lavori che, a sei mesi dalla bandiera verde, sembra ancora lontano dal suo compimento. Il mago dei nuovi tracciati di Formula 1, il tedesco Tilke, stavolta non può che allargare le braccia anche se la colpa non è del tutto sua (infatti stavolta il suo ruolo è stato quello di consulente e non di direttore esecutivo dei lavori). Le sue parole sono laconiche:

“Per la prima volta, ho paura che il progetto non venga completato in tempo”.

Allo stesso tempo, però, l’entourage della federazione mondiale non ha perso le speranze, conscio del fatto che il tempo per recuperare c’è e che ad ottobre tutti gli spettatori assisteranno allo spettacolo promesso. Ecco la risposta del CEO della Korea Auto Valley, Cho Chung Yung:

I progressi nella costruzione del nostro circuito sono in largo anticipo rispetto al programma, quindi non abbiamo nessun problema per completarlo” ha dichiarato Cho Chung.  “Il signor Ecclestone è abbastanza soddisfatto non solo dei progressi della pista ma anche degli organizzatori  del GP coreano ai quale non ha sollevato interrogativi e preoccupazioni”.

Ma noi, da vecchi nostalgici, abbiamo ancora davanti agli occhi le sfide epiche di Imola e di Magny Cours, di Jacarepaguà e del Nurburgring. Almeno lì non si doveva aspettare la fine dei lavori. Ma davanti alla potenza dei petroldollari tutto è concesso.

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