Fiat-Chrysler, 2011-2014: solo conferme

di Redazione Commenta

Foto: AP/Lapresse

Fiat e Chrysler sono ormai un connubio consolidato che garantisce di guardare al futuro delle due aziende in maniera ottimistica: le valutazioni, fresche di pubblicazione, del Lingotto, portano a ritenere che nel 2014 si potranno vendere circa 6 milioni di auto.

Non solo: tutti confermati i target finanziari del 2011: la gestione ordinaria dovrebbe chiudersi con un utile che oscilla tra lo 0,9 e l’1,2 miliardi di euro. Sul fronte ricavi, l’annualità va a voltare pagina con un totale di 37 miliardi e un indebitamento industriale netto tra 1,5 e 1,8 miliardi. E’ quanto si evince in seguito all’incontro – roadshow – di Londra, organizzato per valutare l’opportunità di un nuovo bond e nel corso del quale sono state date risposte agli investitori europei: presente, quale volto sempre più armonico della Fiat, l’amministratore delegato Sergio Marchionne che ha fatto la spola tra Stati Uniti e Londra.

Le slides mostrate alla platea sono state in tal senso chiare: dal 2004 la Fiat ha invertito marcia, si è rafforzata in Europa e in Brasile e si è alleata con la casa di Detroit. Gli impegni italiani, compreso quello della chiusura dello stabilimento di Termini Imerese a fine 2011, sono tutti ribaditi: nello specifico si tratta della produzione della nuova Panda nel secondo semestre dell’anno, quella del Suv a Mirafiori, la nuova Maserati del segmento E alla ex Bertone con un investimento da 500 milioni di euro. Spostando gli orizzonti sul versante internazionale, è tutto ugualmente confermato.

Dalla Russia alla Cina, il mercato si annuncia in forte incremento e il brand in definitiva affermazione. Anche l’India non sfugge alle previsioni ottimistiche: il target di vendite di 130.000 unità nel 2014 viene dato per acquisito. Infine, è stata occasione per esplicare il percorso  e la tempistica prossima dell’alleanza con Chrysler: la quota che detiene attualmente la Fiat, pari al 52%, salirà di un altro 5% entro fine anno con sul tavolo l’offerta formulata al governo canadese per rilevare la quota dell’1,7%. Dal Lingotto fanno sapere:

“Nessuna garanzia, sostegno nè obbligo rispetto ad impegni finanziari di Chrysler, nè per fornire finanziamenti a Chrysler in futuro”.

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