Fiat, Marchionne: “Produrre auto elettriche non conviene”

di Redazione 3

Foto: AP/LaPresse

Più di uno spunto di riflessione: succede sempre quando a pronunciarsi è l’Amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, il quale si è stavolta pronunciato nel corso dell’assemblea degli azionisti presso il Lingotto di Torino e nella conferenza stampa che ha fatto seguito. L’esordio è rivolto alle considerazioni economiche relative all’andamento del comparto automobilistico nel più prossimo corso:

“Il mese di marzo non sarà un grande mese, fino a quando non passerà il periodo 2010 in cui erano in corso gli incentivi non si può fare un raffronto 2010-2011. Per il 2011 ci aspettiamo un miglioramento generalizzato dei mercati, ad eccezione di quello delle autovetture in Europa la cui performance è influenzata dai cali già ampiamente previsti in Italia e in Francia”.

C’è il tempo, per Marchionne per rilasciare qualche affermazione anche in merito alle auto elettriche: tutt’altro che un’apertura verso quel tipo di produzione non per preconcetti culturali quanto piuttosto per insostenibilità economica. Le parole di Marchionne:

“La struttura finanziaria delle vetture elettriche non sta in piedi. Bisogna trovare un modello più intelligente. Se l’auto elettrica fosse l’unica alternativa per affrontare il futuro sarei veramente preoccupato. L’impegno di Fiat nello sviluppo delle tecnologie del metano e del gpl, che sono la soluzione più importante per ridurre in Europa le emissioni di Co2, prosegue con slancio ma in caso di vetture elettriche noi perderemmo più di 10 mila dollari per ogni modello e venduto negli Usa, perchè hanno un prezzo che è quasi tre volte superiore a quello di un motore a benzina. Se gli Stati Uniti dovessero decidere di convertire tutte la flotta di auto in motori a metano «avrebbero abbastanza risorse in metano per vivere per i prossimi cento anni”.

Una chiosa relativa alla situazione della trattativa con Chrysler, che entro la fine del 2011 dovrebbe diventare di proprietà Fiat per il 51%: “Ci vuole tempo: dobbiamo fare le cose bene e non possiamo fare troppo in fretta”.

Commenti (3)

  1. Non gli conviene per il semplice motivo che non saprebbe come farle. Lui e la Fiat non possiedono nè la tecnologia, nè la capacità per farle.
    Non sono proprio in grado.
    Aldilà dello evoluzione attuale dell’auto elettrica.

    Presente la storia della volpe e dell’uva raccontata da Esopo?Lui e la Fiat assomigliano tanto a quella Volpe e l’auto elettrica all’uva. Leggetevi quella storia e capirete….

  2. Sta di fatto che gli investimenti ingenti per lo sviluppo del motore a scoppio andrebbero vanificati. C’è un’aspetto più raccapriciante che riguarda le case auotmobilistiche dell’ era del petrolio. E’ facile fare un’analogia con le majors discograffiache, oggi in dificolta dovuto l’emmep3. In pratica le “majors” dell’automobile sono oggi protete dalla capacita di progettare e costruire il motore a scoppio che dovuto la sua complessità tecnologica rimane un prodotto che solo pochi sono in grado di produrre, un componente molto complesso. Togliendo dall’auto questo complesso particolare, l’auto diventa un prodotto costruibile da quasi chiunque. Il motore eletrico è semplice, non ha manutezione, è praticamente eterno. Niete cinghie, niete olio e liquidi, niente complessi organi meccanici che vibrano e alternano movimenti producendo sforzi interni consistenti. Potrebbe crearsi un nuovo scenario apocalittico per l’attuale assetto industriale. Scomparirebbero complesse catene componentistiche, basta pensare ai tubi di scarichi, pistoni, frizione, cambio, radiatori, e con forti ripercussioni sull’ indotto di servizi ingenieristici altamente specializzati. E’ dificile pensare al futuro riassetto industriale con la morte del motore a combustione interna. Marchionne tutte queste cose le sa molto bene, e per quanto potra sopportare la pressione, cercherà di remare contro per mantenere lo status quo.

  3. E …Allora perchè qui in Italia vengono prodotti solo modelli che nessuno vuole più?

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