Fiat, Marchionne risponde alle critiche su Fabbrica Italia

di gianni puglisi Commenta

Non accennano a placarsi le critiche che sono piovute sulla decisione di Fiat di apportare delle modifiche al progetto denominato Fabbrica Italia.

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Dopo le polemiche e i dibattiti provenienti dal mondo della politica, questa volta tocca ad altri personaggi di spicco dell’industria italiana dire la loro sulla decisione che ha preso il gruppo Fiat, come ad esempio Diego Della Valle, che ha accusato senza mezzi termini di incompetenza la famiglia Agnelli.
Stavolta, però, Marchionne non ci sta e ha voluto rispondere a tutte le critiche piovutegli addosso durante gli ultimi giorni, nel corso di un’intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale, La Repubblica.

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“CRITICHE CREATE AD ARTE”

Infatti, il più importante dirigente del gruppo Fiat ha voluto provare a spiegare quali sono le motivazioni che stanno dietro a tutte le decisioni che sono state assunte dal gruppo per quanto riguarda il progetto Fabbrica Italia.
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Le accuse al gruppo torinese si riferiscono certamente al fatto di voler trasferire interamente la produzione, andando a colpire nuovamente la già insostenibile situazione occupazionale ed economica in cui si trova il nostro paese. Marchionne, invece, sostiene che tutte queste polemiche intorno al progetto Fabbrica Italia sono state montate ad arte, mentre le critiche derivano esclusivamente da ragioni politiche, di qualunque stampo.
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NESSUNA INTENZIONE DI TRASFERIRE LA PRODUZIONE DALL’ITALIA

Marchionne non accetta come il gruppo Fiat venga utilizzato alla stregua di un vero e proprio parafulmine delle problematiche che ci sono in Italia.
Il dirigente di Fiat, inoltre, sostiene che il gruppo sta continuando ad accumulare perdite per un totale di circa 700 milioni di euro nel Vecchio Continente, ma al contempo sta risalendo la china grazie ai guadagni che sono arrivati dai mercati esteri, compresi quelli dei paesi emergenti.
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Inoltre, Marchionne sostiene di non aver rilasciato alcuna dichiarazione in merito a dei possibili esuberi e, senz’altro, non ha voluto proporre alcuna chiusura di vari stabilimenti presenti nel nostro paese e, continua, non ha mai sostenuto di voler trasferire la produzione dall’Italia.

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