L’Hispania Racing si presenta. Senna e Chandhok i piloti del team

di Redazione Commenta

L’Hispania Racing diventa una realtà. Dopo due mesi di incertezza, ieri la ex Campos Meta, diventata Hispania Racing grazie all’imprenditore Josè Ramon Carabante che ha rilevato il team, ha presentato la squadra che parteciperà al prossimo campionato di Formula 1. Il nuovo team, che ha sede a Murcia, ha saldato i debiti con la Dallara, la fabbrica di Parma che ha curato lo sviluppo delle monoposto, e ha potuto quindi completare l’iscrizione alla Fia che ha seguito col fiato sospeso l’evoluzione della situazione in seno alla Campos Meta 1, soprattutto in questi giorni che hanno visto l’addio della USF1 e l’impossibilità per la Stefan GP di ottenere il permesso per partecipare alla stagione. La Hispania Racing ha i fondi per partecipare ad un solo anno di F.1, ma non è escluso che a fine stagione – magari grazie a qualche risultato interessante – il progetto possa essere prolungato e Adrian Campos, ex proprietario del team, è rimasto nella scuderia con il ruolo di vicepresidente. Bruno Senna è stato confermato come prima guida e al suo fianco è stato scelto Karun Chandhok, secondo pilota indiano nella storia della F.1 con un passato di tester della Red Bull. Alla presentazione del nuovo team – che non avrà alcuna possibilità di provare le monoposto in pista prima dell’inizio del campionato, al via dal Bahrain tra una settimana – erano presenti Carlos Gracia, presidente della Federazione spagnola di automobilismo, i due piloti, il direttore tecnico Colin Kolles e il responsabile dello sport di Murcia, Pedro Alberto Cruz, finanziatore del team. Campos ha dichiarato che le vetture sono il risultato del lavoro degli ingegneri spagnoli che hanno provato a costruire delle monoposto competitive, anche se la parola d’ordine è stata “modestia”, anche perché la Hispania Racing farà il suo esordio nelle prove libere del Bahrain dopo che gli avversari hanno già testato quattro volte le macchine. Per il 2010 la scommessa di Campos è vinta: adesso non rimane che aspettare il semaforo verde e capire quali sono le reali potenzialità di una macchina che arriva alla prima gara senza neppure un chilometro di rodaggio.

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