Jordan punta su Lewis Hamilton e la McLaren

di Redazione Commenta

Eddie Jordan non ha dubbi: il vincitore del campionato 2010 sarà Lewis Hamilton. Dopo le prove libere di Jerez de la Frontera, in cui l’inglese della McLaren è riuscito a far segnare il miglior tempo, in Gran Bretagna i tifosi del team di Woking puntano su Hamilton per la stagione ormai alle porte. E tra questi c’è anche l’ex patron della Jordan che ha gestito l’omonimo team per 15 anni, partecipando a 250 Gran Premi e vincendone quattro con un terzo posto nel mondiale costruttori come miglior piazzamento. Secondo Jordan, infatti, lo scorso anno Hamilton aveva iniziato molto male la stagione, compromettendo quindi le sorti del campionato, finito nelle mani di Jenson Button e della Brawn GP. Adesso le cose sono cambiate e le quotazioni dell’inglese della McLaren sono in forte aumento. “Non ho perso la testa per Lewis: è un ragazzo sveglio e un vero talento. E il ritorno alle gare di Michael Schumacher potrà solo infondergli nuovo coraggio che lo porterà al successo” ha dichiarato Jordan alla stampa inglese. “Se dovessi scegliere su chi puntare, direi Hamilton” ha poi aggiunto l’ex patron della scuderia di F.1. Quindi non ci sarebbero speranze per Button di difendere il titolo, bissando il successo del 2009: nonostante continui a cambiare partner, in McLaren il primo pilota resterà sempre il giovane Lewis, anche se da pochi mesi si ritrova nel team il detentore del titolo iridato dello scorso anno. “Lo scorso anno abbiamo assistito alla peggior stagione della McLaren che forse aveva la peggior macchina della sua storia – ha aggiunto Jordan –. Adesso però è il momento di Lewis. Jenson ha imparato tanto, soprattutto alla Brawn, ma adesso si dovrà abituare alla sua nuova vita e dovrà soprattutto battersi con se stesso prima che con Hamilton. Ma io lo vedo nella top three”. Come dire che la McLaren è la superfavorita per il 2010, ma Hamilton sarà il pilota di punta. Si rassegnino gli avversari? Aspettiamo il Bahrain e vedremo se le previsioni di Jordan erano reali.

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