Superbollo, un contributo

di Daniele Pace Commenta

Quando si parla di superbollo, si tocca sempre una nota dolente. Questa tassa, inserita nel 2011 per i possessori di vetture con potenza superiore ai 18 KW, ha penalizzato moltissimo il mercato dei bolidi a quattro ruote, che si continuano a comperare e a vendere ma con minore frequenza. Con il balzello e le attenzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei guidatori di queste macchine super potenti, hanno contribuito a frenare le vendite. Dal 2011 al 2014, si è passati da 217 mila a 183 mila auto, questo è quanto fa notare AutoUncle.it, ovvero un portale specializzato nella compravendita di vetture usate garantite. Tutto questo non ha fruttato le casse dello Stato, infatti dei 168 milioni previsti dalla manovra, ne sono entrati solamente 60. Proprio per questo, ogni anno si parla di abolire il superbollo rimandato tale decisione ogni volta a data da destinarsi. Il mondo auto oggi rilancia un nuovo appello, affinché i governanti lo eliminino definitivamente. Con questa tassa inoltre, c’è stata una forte svalutazione dei mezzi interessati, infatti nel primo anno (2012) le esportazioni delle superauto sono cresciute del 115%, mentre nel 2013 del 57%e del 14% nel 2014, quando i costi nel nostro paese si erano ormai ridotti drasticamente. L’indotto che si genera con le auto potenti dovrebbe essere sostenuto, ma così facendo viene solamente ostacolato, anche se si tratta nella maggior parte dei casi, di vetture dai costi elevati.

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