F1, Sir Jackie Stewart: “Riforma subito; senza sponsor è la fine”

di Redazione Commenta

Jackie-stewartFulmini e tuoni anche dalla bocca di Jackie Stewart, che della Formula 1 è una leggenda vivente. Sir Stewart, infatti, si è detto davvero spaventato – impaurito è il termine che traduce nel migliore dei modi le sue preoccupazioni – in seguito allo scandalo, l’ultimo in serie, che ha coinvolto il mondo dell’automobilismo.

Protagonisti, in sequenza: Flavio Briatore, Nelson Piquet jr., Renault. E’ pur vero, tuttavia, che ridurre quanto è accaduto a tre nomi isolati sarebbe forse improprio: ciò che tiene sulle spine, infatti, non è quello che già è venuto a galla ma la possibilità che possa esserci parecchio altro.

Situazioni non ancora conoscute. A far paura, quindi, è la voragine che potrebbe aprirsi in seguito alla crepa. Il tre volte campione del mondo John Young “Jackie” Stewart (nel 1969 con Matra International; nel 1971 e nel 1973 con Elf Team Tyrrell), britannico classe 1939 è uno di quelli con autorevolezza tale da poter esprimere giudizi in grado di lasciare il segno. Sulla falsariga delle recenti dichiarazioni rilasciate da Niki Lauda, anche il settantenne pare pessimista sul futuro.

Dichiarazioni rilasciate al Sun.

“Non sono nella condizione di giudicare e conoscere per davvero quanto accaduto. E’ tuttavia evidente che c’é qualcosa di profondamente marcio nel cuore della Formula Uno. Non c’é mai stato ai miei tempi un’atmosfera così autodistruttiva nel mondo delle gare. Milioni di tifosi sono disgustati da uno sport che passa da uno scandalo all’altro e dove tutti si accusano a vicenda. C’è nervosismo e paura all’interno dei team, una situazione non certo salutare.

Ancora, c’è sempre meno rispetto nei confronti delle Istituzioni che dovrebbero garantire regole e ordine. Quel che occorre è un radicale cambiamento, una rifondazione che deve esplicarsi in riforma delle strutture di governo del circuito. Il rischio più immediato è che gli investitori e gli sponsor decidano di lasciar perdere, preferendo investire altrove. Sarebbe un danno enorme per la Formula 1″.

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