La Ferrari contro Mosley: “Grazie all’ex presidente la F.1 ha perso i veri protagonisti”

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Ferrari-Mosley, capitolo secondo. Se con l’uscita di scena dell’ex presidente della Fia – sostituito in autunno dall’ex ferrarista Jean Todt – si era pensato che la guerra tra il team più antico della Formula 1 e Max Mosley fosse finita, in questi giorni il team di Maranello ha affondato un nuovo colpo. Sul sito della Ferrari, infatti, è stata pubblicata una nota in cui si criticano le scelte di Mosley che negli ultimi mesi dei suo mandato all’interno della Federazione ha aperto le porte della F.1 a quattro nuovi team: “Per tanti team questa è una settimana cruciale: da oggi iniziano i test a Barcellona ossia l’ultima possibilità per provare le macchine in pista per testarne l’affidabilità e per cercare di trovare anche la prestazione. Per tanti, ma non per tutti. Già, perché delle tredici squadre che si sono – o sono state indotte – ad iscriversi al Mondiale di quest’anno soltanto undici hanno finora risposto all’appello, presentandosi in pista, chi prima chi dopo, chi facendo poche centinaia di chilometri, chi almeno mettendone insieme qualcuno in più anche se a ritmo ridotto”. E la critica verso Mosley non finisce qui, perché proseguendo la lettura l’accusa della Ferrari all’ex dirigenza della Fia si fa sempre più aspra: “La Campos Meta si sa che ha ricevuto un’iniezioni di liquidità da un munifico cavaliere bianco uso ad esibirsi in questo tipo di salvataggi previo impegno ad un fedele vassallaggio. La USF1 è dispersa a Charlotte negli USA, mentre in Serbia ci sono i gufi (riferimento alla Stefan GP, ndr) che prima si sono lanciati in una donchisciottesca battaglia legale contro la Fia, poi hanno vampirizzato l’agognante Toyota e adesso puntano di agguantare il primo posto lasciato libero, magari contando sull’avallo dello stesso cavaliere bianco di cui sopra”. E dopo la stilettata a Bernie Ecclestone, ecco arrivare l’affondo finale a Max Mosley, ritenuto il vero responsabile della situazione: “Questa è l’eredità che ha lasciato la guerra santa condotta dall’ex presidente della Fia. Si volevano abbattere i costi per consentire alle piccole squadre di entrare in F.1? Ecco il risultato: due squadre arrivano all’inizio del mondiale zoppicando (Virgin Racing e Lotus, ndr), una terza ci arriva spinta da una mano invisibile (Campos Meta, ndr) e la quarta la stanno cercando tramite “Chi l’ha visto?” (USF1, bdr). Nel frattempo, ci siamo persi per strada due costruttori come BMW e Toyota e di un terzo, Renault, ci è rimasto poco più che il nome. Ne valeva la pena?”.

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