Pagani C9, Horacio la presenta

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Il Salone di Ginevra 2011 sarà la sua culla, ma terminata la vetrina di attenzioni europea, cioè dopo il 13 marzo del prossimo anno, la nuova Pagani C9 (che, per la verità, potrebbe ottenere una denominazione più singolare, affascinante e signorile) tornerà ad essere la figlia di un artigiano e il prodotto di una azienda giovane e riservata, timida, defilata. La nuova supercar della casa automobilistica di San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, sarà mostrata, per la prima volta, urbi et orbi, con quella solennità che pare essere rimasta appannaggio esclusivo di poche aziende del mondo automotive, proprio in Svizzera.

La commercializzazione della nuova Pagani C9 avverrà, poi, durante l’anno: ma che importa? In fondo, la nuova fastback sportiva di Horacio Pagani non è un’automobile comune, bensì un prodotto sui generis, costruito su misura, aderente al sogno di un portafoglio facoltoso. Per dimostrarci la sua atipicità, il costruttore ha lasciato trapelare un primo video, che anticipa l’arrivo dell’automobile e che assolve la funzione di teaser, pur non essendolo. Già, perché della nuova C9 si vede poco, per non dire nulla: lo scenario, bucolico ed idilliaco, dell’entroterra emiliano, un bar, il caffè, la tazzina e delle labbra, la Gazzetta di Modena non hanno nulla a che fare con la nuova sportiva di casa Pagani.

PEr vedere il vedo, fai click su questo link.

La matassa si dipana quando si riconosce il mento: è lui, è Horacio. Sono in molti gli imprenditori che si spingono a reclamizzare i propri prodotti, quindi non c’è poi grande stranezza nel vederlo, dietro la macchina da presa. Infatti, la stravaganza alberga nel modellino in scala, che l’italo-argentino protegge con le dita: è proprio la nuova Pagani C9. Ve l’ho detto, questi qui non vogliono avere niente in comune con quelli che stanno nel resto del mercato. Alcuni, poi, hanno tentato di ricostruire le fattezze della supercar, dando un risultato che deturpa la magia: piuttosto bombata, massiccia e senza anima. Preferisco attenderla ad occhi bendati, così da non sfregiare il senso d’attesa (voi fate come preferite).

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