Formula 1 2012, Ron Dennis: l’uomo chiave McLaren compie 65 anni

di gianni puglisi 2

Il suo ritiro dal ruolo di team principal non fece tanto scalpore, perché fu un suo desiderio passare inosservato.
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Eppure Ron è uno degli uomini più importanti nella storia della McLaren e della Formula 1. Vertice di spicco in squadra, grazie a lui hanno raggiunto il successo piloti come Lauda, Senna e Prost, riuscendo a conquistare 7 titoli costruttori. In occasione del suo 65mo compleanno nella giornata di venerdì, ripercorriamo i punti più importanti della sua carriera.


dennis mclaren
TRA POTERE E REPUTAZIONE – Quando nel 2009 annunciò il suo ritiro dalle corse era appena passato un anno da quando il suo nuovo pupillo Lewis Hamilton era diventato campione del mondo. Ron decise di passare dalla pista alla presidente del Gruppo McLaren, affidando il suo incarico al fidato Martin Whitmarsh.

Lui iniziò nel 1966 (stesso anno di debutto della McLaren) come meccanico per Jochen Rindt. Solo nel 1981 venne ingaggiato dalla scuderia di Woking in qualità di team boss e da allora, in 28 anni di attività, ha visto passare piloti come Niki Lauda, Ayrton Senna e Alain Prost.

Il passo più importante per la squadra, fu quando nel 1995 ottenne la collaborazione con i tedeschi della Mercedes. Da li l’uomo ottenne la fama di ‘duro negoziatore’ e nel 2004 venne eletto come Manager dell’anno in Inghilterra, quando fu promotore dell’apertura del futuristico edificio McLaren nei pressi di Woking, un centro altamente tecnologico progettato dal famoso architetto Sir Norman Foster, che vide nel giorno dell’inaugurazione la presenza della Regina Elisabetta II.
ron dennis cameron
SCONFITTA PER LA MCLAREN – Purtroppo anche la storia del team inglese ha avuto momenti difficili. Quando nel 2007 il team fu accusato di spionaggio nei confronti della Ferrari ( The Spy Story), il team oltre alla reputazione venne condannato a pagare una multa record di 100 milioni di dollari e inoltre perse tutti i punti in campionato.

Quella per Dennis fu l’episodio più dispiacevole, tradotto in un dolore psichico che incise pesantemente sulla decisione di un anno e mezzo dopo, quando ufficialmente lasciò le redini del team corse.

Photo credits | Getty Images

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