Formula 1 2012, Ecclestone fiducioso sulle Ferrari

di Redazione Commenta

Non crede ad un campionato in salita Bernie Ecclestone, padre e padrone della Formula Uno, parlando delle Ferrari. Dopo le polemiche dei giorni scorsi in cui sia Alonso che Fry hanno manifestato dubbi sulla competitività della F2012, è intervenuto proprio Ecclestone direttamente da Milano in cui si è tenuto il Consiglio Mondiale della Fia.

La Ferrari indietro? Sereni, finirà in alto sicuramente, adesso la Red Bull è favorita, ma il campionato è lungo e non smetterò mai di credere nella Ferrari. Quello che trovo incredibile in questo 2012 è che non ci siano piloti italiani. Non riesco a spiegarmelo. Mi dispiace tantissimo, così come mi fa soffrire l’assenza di Kubica, spero che possa tornare al più presto alla guida di una Formula 1.

Per lui il campionato sarà “molto competitivo” (speriamo più dello scorso anno in cui le Red Bull si piazzarono al primo posto dal primo Gran Premio e non lo hanno più liberato). Secondo Ecclestone prima di fare qualche pronostico devono passare almeno tre gare, proprio quelle tre che per Alonso saranno le più difficili.

Ritornando al motivo per cui il patron della FIA è in Italia, ci sono da analizzare le nuove regole. Bocciata quella che riduce la velocità nella corsia dei box. Resteranno gli attuali 100 km/h contro i 60 proposti. Ciò che cambia invece è per la Spagna che dal 2013 perderà un Gran Premio. Non ci sono più sponsor sufficienti a garantire la redditività di due gare, e così dal prossimo campionato Barcellona e Valencia dovranno alternarsi, un anno sarà una città ad ospitare il gran premio, l’anno successivo sarà l’altra.

Una decisione che non fa una piega vista la crisi economica, ma visto soprattutto che solo la Spagna continuava a mantenere in casa due gran premi all’anno. Con quale verrà sostituito ancora non si sa. Si parla di Stati Uniti, Russia o Messico, anche se non è da escludere il ritorno di un tracciato francese come quello in costruzione nei pressi di Eurodisney a Parigi.

Photo Credits | Getty Images

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