La vera forza della Ferrari è nell’essere squadra

di gianni puglisi Commenta

Probabilmente aspettavamo questo momento da anni, il momento in cui la Ferrari sarebbe tornata ad essere una squadra, una di quelle realtà corali che stonano nell’egocentrismo imperante dell’F1. Adesso abbiamo questa Rossa, generosa e plurale. E Arrivabene ci ha messo del suo. 

Un’immagine che i tifosi della Ferrari non si toglieranno più dalla mente è quella dell’abbraccio tra Kimi Raikkonen e Maurizio Arrivabene alla fine della gara di Sakhir dove il finlandese si è aggiudicato la seconda postazione. Una foto in cui si vede bene anche Vettel, leggermente più indietro che applaude convinto il suo compagno di squadra che si è piazzato meglio di lui.

Non c’è astio ma una sincera ammirazione reciproca. Siamo anni luce distanti dalle frecciatine che Raikkonen si scambiava con Alonso, un personaggio che a detta di tanti, è ingombrante nella squadra e difficilmente lascia spazio agli altri. Siamo anni luce lontani da quelle scene anche grazie al team principal, Arrivabene, che è schietto, positivo, sincero, comprensivo. Ma sa essere anche severo quando serve.

È Arrivabene che dice di Raikkonen:

“Non è Iceman, uomo di ghiaccio, in realtà è un ragazzo molto sensibile che va preso in un certo modo e supportato.”

Parole incoraggianti che dimostrano come i vertici della Ferrari abbiano finalmente capito chi si cela dietro Raikkonen. Arrivabene ha un rapporto molto particolare con i suoi, anche con lo stesso Vettel con il quale si è instaurato un altro tipo di rapporto, molto più paterno. Padre e figlio che si confronto su un gioco serio come quello della F1. Non resta che augurarsi che duri.

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