Le auto elettriche vanno forte in quasi tutto il mondo, tranne che in Italia. A testimoniarlo è uno studio della IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) che ha elencato le città più virtuose dal punto di vista della mobilità sostenibile. Inutile dire che l’Italia non è mai citata.
Sia per questioni economiche che soprattutto per quelle ambientali, la IEA indica nel mercato delle auto elettriche il futuro del settore. Gli Stati devono favorire tale mercato con incentivi e sgravi fiscali, ma devono farlo anche le città stesse con alcune politiche mirate come ad esempio aumentare le colonnine di ricarica e favorire in tutti i modi la scelta, come ad esempio l’ingresso nei centri cittadini soltanto a bordo di una elettrica. Ma nonostante negli ultimi anni alcune città italiane si stiano impegnando in questo senso, secondo l’Agenzia siamo ancora molto indietro.
Amsterdam, Barcellona, Berlino, BrabantStadt, Goto Island-Nagasaki, Amburgo, Helsinki, la Prefettura di Kanagawa, Los Angeles, New York, North East England, Portland, l’area del Research Triangle, Rotterdam, Shanghai e Stoccolma. Queste sono le 16 città o regioni che stanno lavorando bene nel settore dell’auto elettrica. Tra queste la migliore è Amsterdam che su 250 mila auto che circolano nella sua circoscrizione ne conta almeno 10 mila elettriche. Numeri eccezionali per noi che non abbiamo diecimila auto elettriche nemmeno in tutto il Paese.
E l’Italia? La battuta migliore l’ha fatta il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini qualche settimana fa:
Peccato che Fiat non creda nell’auto elettrica
il che è tutto dire. Per poter vedere qualche progetto degno di questo nome dalle nostre parti dobbiamo affidarci a partner esterni come la Renault che da anni è impegnata nel nostro Paese proprio grazie al vuoto lasciato dalla casa torinese. Un esempio su tutti è quello di Firenze che ha intenzione di raddoppiare, grazie alla casa francese, il numero di colonnine di ricarica in città, portandolo a 200, ma la Renault ha anche fornito a molte municipalità alcune auto elettriche. Ma ancora è troppo poco, e se vogliamo entrare nell’elenco delle città (o delle nazioni) in prima linea per la mobilità sostenibile, dobbiamo fare molto di più.
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