Audi, trentanove automobili con il KERS in Medio Oriente

di Redazione 1

Spesso nominato, più spesso ignorato. Fa parte di una di quelle dotazioni invisibili, silenziose, celate da chilogrammi di metallo e tecnologia, ma sostanzialmente ecologiche, di un’automobile. O spacciate come tali. Si chiama KERS e con questo acronimo si identifica il Kinetic Energy Ricovery System. É il dispositivo deputato del recupero dell’energia cinetica e che la rende nuovamente sfruttabile per il movimento. Si sta diffondendo in maniera capillare e più o meno repentina in qualsiasi punto del settore automobilistico mondiale. Audi è un efficace esempio dello sfruttamento di tale ausilio eco-friendly in questo senso.

Il costruttore teutonico di Ingolstadt, infatti, avrebbe deciso di difendere l’utilizzo del KERS a spada tratta. Il risultato ha portato, oltre ad un maggiore orgoglio ecologico in ogni acquirente, alla realizzazione di un’intera gamma di automobili equipaggiate con il dispositivo sopra menzionato. In Medio Oriente, infatti, tutti i trentanove modelli con i Quattro Anelli commercializzati da Audi utilizzano il sistema di recupero dell’energia cinetica.

Nello specifico, il KERS rigenera parzialmente l’energia cinetica che viene dissipata in frenata o in una situazione di movimento inerziale, e che diventerebbe calore disperso nell’ambiente esterno, trasformandola in energia meccanica o elettrica, che viene momentaneamente immagazzinata all’interno della batteria e sfruttata per l’alimentazione dei sistemi elettrici dell’automobile (Audi o altra che sia, il dispositivo funziona nella medesima maniera) o per la trazione della vettura stessa.

Jeff Mannering, Amministratore Delegato di Audi in Medio Oriente, ha ribadito che l’efficienza è una dotazione standard su ciascuna Audi. Questa è frutto di numerosi e disparati passi: a partire dai propulsori, passando per le trasmissioni, per la struttura di ogni veicolo, per gli accessori e terminando nell’assistenza di guida che ogni automobile coi Quattro Anelli offre.

Il fabbricante tedesco ha già in programma una spesa di 5,5 miliardi di euro per lo studio di nuovi materiale e tecnologie (tutte volte, stando a quanto affermato da Mannering, all’efficienza), da investire tra l’anno corrente e il 2012. Ma non soltanto in Medio Oriente.

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