Auto elettriche più efficienti grazie alle batterie al litio-aria

di Redazione Commenta

Una delle principali limitazioni alla diffusione delle auto elettriche è sicuramente la poca autonomia. A nessuno piacerebbe ritrovarsi in una strada provinciale isolata a piedi con la batteria scarica. Ma questo problema potrebbe essere risolto grazie ad una nuova invenzione. Anzi, a due scoperte che sono avvenute quasi in contemporanea.

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Si chiama batteria litio-aria ed è nata dalla collaborazione tra l’Università La Sapienza di Roma e l’ateneo di Seul, in Corea del Sud. Il “trucco”, se così lo possiamo definire, è sostituire l’ossigeno ai metalli pesanti, e farlo reagire ad un altro metallo leggero, il litio, per aumentarne la durata.

L’innovazione risiede nella scelta di un materiale elettrolitico che, essendo stabile nell’ambito elettrochimico della batteria, ne consente la ciclazione prolungata e nella morfologia dell’elettrodo positivo che regola il flusso diffusivo dell’ossigeno nella cella

auto elettricaha spiegato il prof. Bruno Scrosati dell’Università romana. La potenzialità di questa scoperta può aumentare la durata della vita utile di una batteria visto che è stato provato come dopo 100 cicli di scarico e ricarica, sia riuscita a mantenere il 95% della sua autonomia, contro il veloce deterioramento a cui siamo abituati con le altre batterie delle auto elettriche moderne. Talmente rapido da portare ad una durata media di una batteria di appena un paio di anni.

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LA SCOPERTA DELL’ORO

Insieme a questa invenzione ne arriva un’altra molto simile dalla Scozia. L’Università di Saint Andrews ha infatti notato che inserendo un elettrodo d’oro ad una batteria litio-aria riesce ad aumentare di 10 volte l’energia accumulabile da una normale batteria per auto elettrica. Ciò significa che ponendo un’autonomia media di 120 km, si raggiungerebbero potenzialmente i 1.200 km di autonomia, quanto praticamente una normale citycar non elettrica. Vedremo se la prossima generazione di auto elettriche potrà approfittare di questi passi in avanti della scienza.

Photo Credits | Getty Images

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