
Escono da Confindustria le società italiane Fiat S.p.A. e Fiat Industrial S.p.A. (la prima racchiude tutti i brand prettamente automobilistici dell’ex Gruppo Fiat, la seconda, invece, tutti quelli operanti in altri settori: la suddivisione e la differente quotazione sono avvenute qualche mese fa, con lo spin-off inglobato nel programma di rilancio promosso da Sergio Marchionne): la decisione, presa dopo un primo avvertimento all’inizio dell’estate, avrà validità dal primo giorno del prossimo anno ed è stata comunicata ad Emma Marcegaglia, imprenditrice alla guida dell’organizzazione italiana, e a tutti i media attraverso una lettera firmata proprio dall’Amministratore Delegato e Presidente del conglomerato italiano (rispettivamente di Fiat S.p.A. e di Fiat Industrial S.p.A.), Marchionne.



Sono valori relativi al mese di giugno e sembrano emblematici se messi a paragonme con gli obiettivi americani annunciati da Sergio Marchionne: i dati di vendita delle vetture Fiat negli Stati Uniti portano a fare una duplice riflessione. In primo luogo, e in questo pare esservi un cambiamento culturale, gli americani stanno iniziando a comprare auto molto più piccole rispetto al passato; il secondo è che, a parte il Lingotto che merita discorso a sè, sta nel fatto che Ford e Chrysler stanno registrando un buon andamento commerciale.