Kubica è pronto, ma sarà veloce?


Qualche settimana fa il dottor Riccardo Ceccarelli aveva affermato che per la riabilitazione di Robert era previsto un periodo molto più lungo del previsto, il che voleva significare che il polacco difficilmente avrebbe preso il via nel campionato successivo di F1.

Contrariamente a quanto detto, il chirurgo Igor Rossello ha detto che Robert Kubica è pronto per salire su una macchia da corsa.

ha recuperato, lui può muovere e sollevare tutte le dita” ha detto Rossello “Ora possiamo pensare di vederlo il più presto possibile in una macchina. Spiacente, in una vettura da corsa, perché è già in un’auto da strada. Il suo recupero è un miracolo, ma la cosa ignota è se egli sarà in grado di essere il più veloce“.

E così il chirurgo ha rilasciato alcune curiosità sull’incidente passato. Il miracolo del quale si riferiva era dovuto al fatto che i medici avevano optato per amputare la mano di Kubica all’inizio, quando avvenne l’incidente, ma poi per fortuna questo non accadde.

Proprio per questa sua gravità sarà necessario un’ulteriore intervento che però non comporta seri problemi. Sarà un intervento che permetterà a Kubica di muovere bene il polso e allo stesso tempo gli permetterà di ritornare subito a correre.

Ecclestone contro tutti rimpiange Mosley


Bernie Ecclestone ha rilasciato in questi giorni un’intervista dove spiegava che tra i più grandi errori della sua vita ci sta quello di non aver difeso il suo caro amico Max Mosley, l’ex presidente della FIA, spodestato dopo lo scandalo delle orge sadomaso a sfondo nazista.

Ecclestone che ritiene gli scandali sessuali come “niente da vedere con la Formula 1” si è pentito di essersi fatto convincere che il ritiro da presidente della FIA fosse la scelta migliore.

Una delle cose peggiori che ho fatto nella mia vita – e di cui mi vergogno – è quello di non difendere Max Mosley quando aveva i suoi problemi grossi” ha detto Ecclestone. “Non ci sono scuse per l’errore, perché tante persone, tra dirigenti e responsabili mi hanno convinto che Max doveva andarsene, ma sono stato influenzato fortemente ed è male non sostenere lui“.

I rimpianti del britannico hanno fondamenta ben precise. Attualmente lui si ritrova contro tutti, anche se siamo in un periodo di quiete, l’anno prossimo si rivelerà un anno decisivo perché sarà necessario contrattare un nuovo Patto della Concordia. La FOTA anche se sta vivendo un periodo non brillante, col rischio di ridividere tutte le squadri, ha intenzione nel 2012 di strappare maggior profitti ad Ecclestone per indirizzarlo sui veri protagonisti dello sport, ovvero le squadre.

La Formula 1 ha salutato così Simoncelli


E’ una settimana bruttissima per il motorsport, dopo la scomparsa di Dany Wheldon, domenica è morto un giovane italiano di 24 anni. Non c’entrano le 4 ruote, Marco Simoncelli era un pilota di Moto GP, grande amico di Valentino Rossi, lo stesso che insieme ad Edward, è stato coinvolto nell’incidente mortale durante il Gran Premio della Malaysia.

E così i protagonisti della Formula 1 hanno espresso il loro rammarico per ricordare Marco Simoncelli. E’ un addio triste, amaro. Nelle frasi che seguono si evidenzia la rassegnazione di questa gente, una rassegnazione dovuta ora mai alla consapevolezza che il loro straordinario mestiere è costantemente accompagnato dall’ombra nera della morte.

La Ferrari con Montezemolo ha così risposto: “E ‘difficile esprimere a parole il dolore provato per la perdita di un personaggio così allegro come Marco Simoncelli“.

Lewis Hamilton ha scritto: “I miei pensieri sono con la sua famiglia, gli amici e con la squadra che in questo momento è estremamente triste. Un’altra tragica perdita ad un’età così precoce”.

Heikki Kovalainen:” non posso credere che la stella Simoncelli della Moto GP è morto in un incidente, un altro grande talento è stato perso oggi”.

F1, l’erede di Trulli potrebbe essere Pic


Il Team Lotus non cambia carte, Trulli e Kovalainen rimangono confermati per il 2012, ma il giovane pilota francese Charles Pic sembra vicinissimo ad un accordo col team malese per l’anno che viene. Il suo ruolo ovviamente sarà circoscritto a quello di terzo pilota, ma la sua scelta potrebbe rappresentare la soluzione al ritiro prossimo del pilota italiano.

Un addetto stampa facendo le veci del pilota ha detto:” “Siamo in trattativa con tre squadre di Formula 1 per far debuttare Charles l’anno prossimo. Queste squadre sono Toro Rosso, Team Lotus e Marussia Virgin Racing. Tuttavia, le discussioni sono più avanzate con il Team Lotus”.

La Francia attualmente non ha rappresentati nel mondo della Formula 1. Non ci sono piloti, ne Gran Premi e ne squadre a parte la Renault che comunque funge esclusivamente da fornitrice di motori. Charles Pic è attualmente l’unico francese a non essere allineato ad un team di F1.

Romain Grosjean collabora con la Renault, Jules Bianchi con la Ferrari, mentre Jean-Eric Vergne con la Red Bull. Ciò nonostante il giovane aspirante ha dietro a se l’importantissimo sponsor del gruppo francese Lagardère e GCA Trans. Questo gruppo che detiene un grosso peso può rivelarsi un’ottima opportunità per la Renault che a sua volta ha iniziato proprio quest’anno la partnership con il Team Lotus.

Il ritorno della Williams: soldi arabi e Raikkonen


Può un team caduto così in basso ritornare ai tempi d’oro che furono? Frank Williams, 69 anni e fondatore del team ci crede, proprio per questo ultimamente l’uomo si è recato in pellegrinaggio nelle nazioni arabe, tra Qatar e Arabia Saudita per cercare finanziatori che gli possano permettere di risollevare la sua squadra.

Negli anni 70 ci riuscì, infatti attraverso il contratto di sponsorizzazione con la Saudi Arabian Airlines, la Williams ottenne quei soldi che nel 1980 hanno permetto ad un talento come Alan Jones di vincere il campionato del mondo, così come il titolo costruttori.

Frank vuole ricreare le stesse condizioni, vuole dunque avere un buon bilancio per finanziare la sua squadra, far progettare una buona macchina dal nuovo direttore tecnico Mike Coughlan(l’uomo ex McLaren, immischiato nella spy-story) e soprattutto affidare tutto ad un pilota di successo quale Kimi Raikkonen.

Ora le domande che sorgono sono diverse. Supponiamo che Williams riesca ad ottenere i soldi e quindi Raikkonen. In quanto tempo può essere progettata una macchina vincente che attualmente risiede in nona posizione e che vedrà ricevere una remunerazione di soli 43 milioni di dollari, contro i 180 milioni accaparrati dalla Red Bull per la vittoria del campionato?

La Formula 1 nella Libia post Gheddafi


Africa e Formula 1 hanno avuto un passato in comune e nonostante recentemente si era parlato di un ritorno a Città del Capo, nel 2004 fu la Libia a mostrare i primi segnali di interesse nel motorsport. In quella data fu proprio Muammar Gheddafi ad inviare il suo primo ministro Shukri Mohammed ad assistere all’evento inaugurale del Gran Premio del Bahrein.

Questo interesse verso la Formula 1 faceva parte di quella linea politica realizzata a riallacciare i rapporti con l’occidente, ma la causa principale era la potenzialità di attrazione turistica che lo sport nasconde a sé.

La Libia che possiede tutti i requisiti per avere un fortissimo settore turistico: coste, clima caldo, antichità e vicinanza all’Europa, non ha mai saputo sfruttare tali condizioni a differenza della vicina Tunisia. Ciò nonostante i suoi ricavi dal petrolio l’hanno resa tra i paesi con un PIL pro capite più alto in Africa.

L’importanza di avere un buon settore turistico è stato recentemente confermato dalla Banca Centrale libica, che spingendo il governo verso questa direzione asseriva a dei miglioramenti che avrebbero ottemperato ai problemi di disoccupazione del paese.

La Libia ha un passato con le corse automobilistiche. Non tutti sanno che nel 1920, sotto governo del dittatore italiano Benito Mussolini, fu finanziato e creato il Gran Premio di Tripoli, sul circuito di Mellaha, l’allora circuito più veloce del mondo che attirò l’attenzione internazionale per le sue imponenti costruzioni.

FIA e F1, limitate dal 2012 mappature al motore


Finalmente un punto fisso, la FIA ha ufficialmente bandito l’utilizzo delle mappe del motore a partire dall’anno prossimo, così per la gioia di tutti gli ingegneri arriva finalmente una certezza che li renderà liberi di progettare le future macchine su basi certe.

I diffusori che permettono di far passare l’aria dagli scarichi alle superfici aerodinamiche posteriori erano già stati vietati per il 2012, ma si pensava che nonostante ciò qualcuno avrebbe potuto inventare qualcosa che permettesse comunque una maggiore deportanza anche quando i piloti non sono col piede schiacciato sull’acceleratore.

Charlie Whiting e la FIA hanno tagliato la testa al toro, eliminando il problema sin dal principio, dunque non ci si dovrà più preoccupare di come la modalità del motore influenza sul fattore aerodinamico quando le vetture affrontano le curve.

Già questa decisione era stata intrapresa durante il Gran Premio di Silverstone, ma successivamente Red Bull e Renault si lamentarono giustificando che questa modifica presa durante la stagione in corso, avrebbe causato esposizioni in termini di sicurezza. Così si giunse solo ad un compromesso in attesa di maggiori chiarimenti.

Questo particolare è uno dei punti di forza della Red Bull di quest’anno. Newey che recentemente aveva spiegato che la RB8 sarà un’evoluzione dell’attuale macchina, dovrà forse rivedere i suoi piani, così come la Renault che monta appunto gli stessi motori del team campione del mondo.

Vettel vede lontano i 7 titoli di Schumacher


Quando Sebastian Vettel si aggiudicò il suo secondo titolo mondiale, Niki Lauda non aveva dubbi, presto o tardi il giovane tedesco avrebbe raggiunto il Kaiser e forse anche fatto meglio. Sebastian si presenta così, come il più giovane ad aver vinto due titoli mondiali. Ed allora, perché no altri 5? Cosa fa pensare al pilota Red Bull che quest’impresa sia impossibile?

Penso che sia un lungo, lungo cammino” ha detto Sebastian ai giornalisti “Abbiamo avuto due anni fenomenali ed è facile essere sovraeccitati e parlare di queste cose. Sappiamo quanto ci vuole per vincere una gara, per non parlare di un campionato del mondo. E ‘una lunga, lunga strada e io non credo che si possa impostare la destinazione in sette campionati del mondo o qualcosa del genere “.

Così i giornalisti hanno continuato a chiedere se per caso il pilota non creda in una continuità di vittorie nella sua attuale squadra.

Sappiamo che è stata una stagione speciale da tutti i lati, ho avuto una prestazione molto buona, la squadra ha avuto una prestazione fenomenale e la nostra affidabilità è stata grande, senza problemi tecnici con la vettura” poi Vettel ha continuato “È necessario anche quel po’ di fortuna a volte, che ti serve solo a farla franca. Vedremo, stiamo lavorando duramente, le persone qui sono estremamente motivate e sono contento di quello che fanno, che è una buona base“.

Red Bull e Newey: un finale all’attacco!


Insaziabili! Christina Horner è stato chiaro, nelle ultime tre gare che verranno alla Red Bull non si vuole abbassare la guardia e quindi gli obiettivi rimango sempre gli stessi. Dominare, perché oltre al titolo costruttori e pilota il team austriaco vuole chiudere in bellezza portando Webber al secondo posto in classifica.

Newey dal canto suo ha rivelato di non voler cessare gli sviluppi di questa macchina, a patto che gli aggiornamenti per India, Abu Dhabi e Brasile non rivelino i piani previsti per il 2012.

Vogliamo finire l’anno in crescendo, portare Mark al secondo posto nella classifica piloti. Sarebbe bello vederlo vincere una gara” ha detto HornerStiamo andando ad attaccare le ultime gare come una finale di coppa”.

La RB7 avrà ancora qualche aggiornamento secondo Adrian Newey: “Tutta la nostra ricerca è per il prossimo anno, ma se troviamo qualcosa che viene fuori e che riguarda la vettura di quest’anno si può scegliere di farlo a seconda che potrebbe dare via al gioco”.